L’Istat ha confermato le stime sull’aspettativa di vita: si sale a 65 anni, circa 5 mesi in più rispetto a quanto stabilito nel 2013. Per questo, a partire dal 2019 si andrà in pensione a 67 anni e non più a 66 e 7 mesi. Le richieste di fermare questo adeguamento non hanno ottenuto i risultati sperati: il Governo ha, infatti, deciso di prendere subito provvedimenti e aumentare così gli anni per arrivare al pensionamento per vecchiaia.
L’adeguamento automatico è un’operazione prevista dalla legge del 2010 Tremonti-Sacconi, reso poi inderogabile dalla riforma Fornero. Quest’ultima presenta una “clausola di salvaguardia”, secondo la quale si sarebbe arrivati comunque ai 67 anni di età a partire dal 2021.
Che cosa cambia con il pensionamento posticipato?
Chiunque voglia tentare di andare in pensione in anticipo, rispetto al limite di età per vecchiaia, dal 2019 saranno obbligatori, per gli uomini, 43 anni e tre mesi di contributi, mentre per le donne si parla di 42 anni e 3 mesi. E pensare che fino a pochi giorni fa, molti speravano che il governo evitasse questa nuova manovra, considerando la diminuzione dell’aspettativa di vita che si è registrata nel 2015.
Anche i sindacati hanno chiesto di fermare questo provvedimento definito “folle”, di un automatismo che man mano porta ad aumentare l’età dei lavoratori che vogliono andare in pensione. Secondo l’analisi fatta da Susanna Camusso, leader Cgil, vi è l’urgenza di riconsiderare il meccanismo che viene da lei descritto come penalizzante e poco corretto. Tale opzione sembra però essere impossibile, considerando soprattutto i costi calcolati. In merito alle giovani generazioni si era anche parlato di pensione di garanzia, ma per ora non si è fatto molto, se non gettare le basi per una riforma che sarà costosa e quindi rimandata.
Pensione 67 Anni
Registrato l’aumento dell’aspettativa di vita alla nascita
I dati italiani rivelano che l’aspettativa di vita alla nascita arriva oggi a 82,8 anni, una media che considera gli 85 anni stimati per le donne e gli 80,6 degli uomini. I cittadini più longevi sono i residenti in Trentino Alto Adige, mentre chi vive meno, secondo i dati, sono i cittadini della Campania.
Il dato dell’aumento della pensione cammina così di pari passo con gli indicatori positivi Istat, che seguono un trend in aumento dopo l’arresto del 2015. Il tutto è legato al tasso di mortalità: nel 2015 si era registrato il +8,2%, mentre nel 2016 la mortalità è tornata in linea con il biennio precedente.