Se nel tuo nucleo familiare c’è una persona affetta da una grave disabilità che ha bisogno del tuo sostegno materiale e del tuo aiuto, oppure se tu stesso sei una persona affetta da una grave disabilità, ti interesserà di sicuro sapere che la tua condizione è tutelata da una norma ben precisa: si tratta della cosiddetta Legge 104. Il titolo con il quale è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 5 febbraio 1992 è il seguente: “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, è entrata in vigore il 18 febbraio di quello stesso anno e puoi consultarne il testo integrale sul sito della Gazzetta Ufficiale.
Se chiedi di beneficiare dei permessi garantiti dalla Legge 104 per assistere un tuo congiunto afflitto da disabilità grave, è importante che tu sappia che chi assisti non deve essere ricoverato in una struttura specializzata a lungo termine: deve vivere stabilmente con il resto del tuo nucleo familiare. Hanno diritto a richiedere i permessi retribuiti garantiti dalla Legge 104 sia i lavoratori del settore pubblico che quelli del settore privato e il datore di lavoro non può rifiutarsi di concederli.
Eccoti un elenco di persone che possono accedere ai benefici derivanti dalla Legge 104:
- persone diversamente abili che abbiano un contratto individuale di lavoro dipendente, sia full time che part-time;
- i genitori, biologici o adottivi, di figli con gravi disabilità che abbiano un lavoro dipendente sia nel settore pubblico che nel privato;
- il coniuge lavoratore dipendente;
- parenti entro il II grado di una persona diversamente abile: suoceri, nonni, figli eccetera, a patto che siano lavoratori dipendenti;
- parenti entro il III grado di una persona diversamente abile: zii, bisnonni, bisnipoti eccetera, a patto che siano lavoratori dipendenti e che non ci siano parenti di secondo grado che possano occuparsi del disabile.
Attenzione, non hai diritto a questi benefici se rientri in una delle categorie elencate qui sotto:
– se sei una persona diversamente abile e lavoratore autonomo o parasubordinato, come ad esempio i lavoratori agricoli con contratto a giornata, i collaboratori domestici e via discorrendo;
– se sei il parente lavoratore autonomo o parasubordinato di una persona con abilità diversa;
– se sei il coniuge convivente di una persona che abbia parenti diversamente abili di cui occuparsi. Se, invece, è il tuo compagno o la tua compagna ad avere disabilità gravi, tu puoi beneficiare dei permessi retribuiti della Legge 104: l’ha stabilito l’anno scorso l’INPS nella circolare n. 38.
Quali sono i benefici derivanti dalla Legge 104
Se sei un lavoratore con abilità diverse, usufruendo della Legge 104 avrai diritto a tre giorni supplementari di riposo mensile, retribuiti. Puoi scegliere se frazionarli in ore o meno: ad esempio, puoi decidere di avere un’ora o due di permesso lavorativo retribuito al giorno. In sostanza: se il tuo contratto prevederebbe otto ore lavorative al giorno, usufruendo di questa Legge, tu lavoreresti per sei ore giornaliere. Se invece sei il genitore o il parente di un diversamente abile che ha bisogno della tua assistenza, le cose cambiano. Infatti, bisogna fare una distinzione in base all’età di chi ha bisogno di te:
- se l’assistito ha meno di tre anni, hai diritto a prolungare il congedo parentale fino al suo ottavo compleanno e in più potrai chiedere di prorogare questo congedo sinché chi assisti non compie undici anni, quindi per altri 36 mesi. Avrai diritto a tre giorni di riposo mensile supplementare – anche frazionabili – e potrai beneficiare di permessi orari di una o due ore al giorno, ma non potrai accumulare le due soluzioni;
- se l’assistito ha un’età compresa tra i tre e gli otto anni, puoi prolungare il congedo parentale secondo le modalità descritte nel punto precedente. Avrai diritto a tre giorni di riposo mensile supplementare ma non avrai permessi orari aggiuntivi;
- se sei genitore, coniuge o parente di un disabile maggiorenne, hai diritto a tre giorni di riposo mensile.
Ricordatelo: se chiedi tempestivamente di poter usufruire di questi permessi, il tuo datore di lavoro non può rifiutarsi di concedertelo.
Come fare a presentare la domanda per accedere a tali benefici
La domanda consta di un’autocertificazione in cui devi indicare:
– i tuoi dati personali e quelli della persona che assisti;
– la relazione che vi lega, ovvero se siete parenti, se siete coniugi o conviventi;
– il grado di disabilità della persona che assisti;
– il tipo di permesso a cui vuoi accedere.
Se lavori nel settore pubblico, la tua domanda verrà esaminata dai dirigenti dell’amministrazione in cui sei impiegato. Se invece sei un dipendente del settore privato, devi allegare alla tua domanda anche un verbale compilato dall’INPS e inoltre dovrai compilare appositi moduli. Una cosa importante: la domanda non scade al termine dell’anno solare. Se ci sono delle variazioni della situazione che hai autocertificato, hai l’obbligo di comunicarle prima che sia passato un mese da questi cambiamenti.