Pignoramento Conto Corrente: Tutto Quello che Devi Sapere

Il pignoramento del conto corrente è una procedura con la quale il creditore agisce per tutelare il proprio diritto nei confronti del debitore, al fine di garantirsi liquidità. L’art. 491 del Codice Civile consente infatti il pignoramento del conto corrente bancario, postale, dello stipendio, della pensione e del TFR, rientrando nella procedura detta pignoramento presso terzi, un atto ufficiale e formale. Questa procedura ha inizio con un atto di precetto o cartella di pagamento, differisce a seconda che agisca un privato oppure il Fisco. Infatti nel primo caso solitamente la procedura ha una durata minore di un anno, attuabile da un soggetto che ha prestato denaro privatamente, da una banca, una finanziaria, un fornitore oppure una controparte di una causa.

Nel secondo caso parliamo del D.L. 193 del 2016, collegato al decreto fiscale contenuto nella Legge di Bilancio 2017. Questa normativa ha previsto l’abolizione di Equitalia, sostituendola con la nuova Agenzia delle Entrate e Riscossioni, alla quale ha concesso un importante potere. Appunto quello di agire direttamente, senza previo esame e consenso di un giudice, al pignoramento del conto corrente. Grazie all’accesso alle varie banche dati, l’Agenzia può procedere alla verifica di liquidità sul conto corrente, operando in maniera agevolata per pignorare le somme dovute oppure l’intero importo depositato.

Pignoramento ad opera di Privati

La procedura per i privati esige la presenza di un titolo esecutivo, cioè un atto formale ed ufficiale con il quale il creditore vanta il proprio diritto nei confronti di un debitore. Quest’atto può essere una sentenza esecutiva, un decreto ingiuntivo definitivo, un mutuo oppure una cambiale. Tale elemento è fondamentale per confermare il vanto di un soggetto nei confronti di un altro, il quale è tenuto alla restituzione di una somma di danaro. Riassumendo, possiamo sintetizzare la procedura di pignoramento come segue:

  • Esistenza di un atto esecutivo e notifica presso il debitore;
  • Notifica del precetto, intimando il debitore di adempiere al pagamento entro 10 giorni. Scaduto questo temine, il creditore notifica l’atto di pignoramento la cui validità è di 90 giorni. Se entro tale limite non esegue la procedura di pignoramento, è obbligato a ripetere la notifica;
  • Il creditore nel momento della comunicazione dell’atto di pignoramento presso il debitore, esegue notifica dello stesso presso l’istituto bancario, per un importo equivalente della somma dovuta aggiungendo il 50 % a titolo di garanzia;
  • L’istituto bancario o le Poste devono eseguire l’atto di pignoramento, bloccando la somma di danaro sul conto corrente, almeno sino a nuove disposizioni del giudice. Successivamente comunica al creditore di avere dato esecuzione al pignoramento avendo reso disponibile il denaro presente sul conto corrente, versandolo però solamente dopo l’assenso del giudice;

Come si può notare i termini previsti consentono al debitore di agire prontamente per tutelarsi. Sia dal momento della notifica dell’atto esecutivo, ma anche nel momento del pignoramento del conto corrente si può agire per via giudiziaria allo scopo di impedire l’esecuzione.

Pignoramento dell’Agenzia delle Entrate e Riscossioni

Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2017 e relativi decreti, l’Agenzia delle Entrate e Riscossioni è enormemente agevolata nell’esecuzione di un pignoramento. Infatti è obbligata solo a notificare la cartella di pagamento, che ha natura di titolo esecutivo, e comunicare l’atto di pignoramento all’istituto bancario oppure alle Poste. Questo atto è un vero ordine che non può venire disatteso, obbligando la banca o la Posta a versare le somme dovute direttamente all’Agenzia. Ciò almeno se entro 60 giorni il debitore non paghi spontaneamente il dovuto oppure presenti una richiesta di rateazione, la quale blocca la procedura di pignoramento ai suoi danni. In quest’ultimo caso il conto corrente verrà sbloccato solo dimostrando il pagamento della prima rata.

Pignoramento Conto Corrente

Pignoramento Conto Corrente

Tutelarsi dal pignoramento del conto corrente

Come abbiamo visto nel caso di una procedura di pignoramento da parte di un privato, il debitore ha il tempo di agire per le vie legali. I termini sono ampi e consentono di appellarsi al giudice, oppure cercare una soluzione con il creditore. Notevolmente minori sono i termini nel caso dell’Agenzia delle Entrate e Riscossioni, ma anche nei citati 60 giorni di tempo, il debitore può agire giudizialmente per tutelarsi. Inoltre la richiesta di rateizzazione e pagamento della prima rata, sblocca il conto corrente, ma non impedisce di procedere giudizialmente e questo permette di difendersi in sede giudiziaria. Inoltre possiamo ricordare che:

  • Il pignoramento sul conto corrente riguarda le somme presenti, se queste sono prelevate e depositare presso altro conto intestato ad un soggetto diverso, non può avere effetto;
  • Nel caso di un conto corrente cointestato, il pignoramento può riguardare solo metà della somma;
  • Nel caso in cui sul conto corrente venga canalizzato lo stipendio o pensione, senza la presenza di altri movimenti, i creditori possono pignorare soltanto il quinto della somma depositata mensilmente.
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